Valentina


valeARGHo ventidue anni e vengo dalla Slovacchia. Sono cresciuta in una famiglia buona e cristiana che si impegnava a darci tutto il necessario. Ero una bambina molto sensibile e soffrivo molto perché i miei genitori dovevano lavorare tutto il giorno e io dovevo stare con mia zia. A undici anni, a causa di un problema di salute, sono stata ricoverata in ospedale e ho iniziato a chiudermi in me stessa. Quando sono tornata a scuola, a causa del mio carattere debole, ho subìto il bullismo da parte dei miei compagni di classe e questo mi ha fatto ancora di più allontanare da tutti.

Ho iniziato a raccontare molte bugie e mia mamma e lei, non capendo bene cosa stessi passando, ha cominciato a portarmi da molti psicologi. Poi ho conosciuto un ragazzo più grande di me e ho iniziato a uscire con lui. Insieme a lui e alle compagnie sbagliate mi sembrava di sentirmi più “forte”. Ho iniziato a bere alcool, a fumare e mi sono iscritta a un’agenzia per fotomodelle. Ho conosciuto il mondo della droga quasi per scherzo: il mio vuoto e la mia disperazione crescevano a dismisura. Sono entrata in tanti centri di riabilitazione che non mi hanno però aiutata.

I miei genitori hanno incontrato la Comunità, ma io non volevo farmi aiutare e sono scappata di casa. Non avevo più una casa fissa, vivevo un po’ qua e un po’ là. Un giorno mi sono ritrovata completamente nel fango e ho gridato a Dio, chiedendogli di aiutarmi perché non ce la facevo più. Ho sentito la sua mano che mi spingeva ad abbassare il mio orgoglio e a chiedere aiuto ai miei genitori per entrare in Comunità. Il primo periodo è stato molto difficile, vivevo tanti sensi di colpa, non riuscivo a fidarmi e ad aprirmi con gli altri. Nel volto delle sorelle che mi hanno accolta e della ragazza che si prendeva cura di me, il mio “angelo custode”, vedevo tanta luce.

Ho pregato la Vergine Maria e ho ricevuto il dono di far parte del gruppo in partenza per aprire la prima casa femminile in Argentina. I primi tempi sono caduta tante volte nelle mie povertà, ma ho sentito tanta misericordia da parte delle sorelle e tanto amore, grazie al quale ho potuto rialzarmi. Per la prima volta nella mia vita ho fatto un grande passo: ho iniziato a scegliere il bene e a guardare le mie povertà con occhi differenti. Ho sentito che Gesù mi vuole guarire completamente e che la preghiera mi aiuta a vivere nella verità e nella luce. Oggi mi sento felice per il dono della vita, per la mia famiglia e per tutto quello che c’è da vivere ogni giorno: voglio vivere in pienezza! Grazie, Madre Elvira, per il tuo “sì” e per la fiducia che hai avuto anche in me: mi sento una donna risorta!