Santa Rosa da Lima

E' la prima santa canonizzata del continente americano. Di origine spagnuola; nacque a Lima (Perù) il 20 aprile 1586,  decima di tredici figli. Fin da fanciulla si distinse per la pietà e per la docilità ai propri genitori. All'età di cinque anni fece il voto di verginità, eleggendosi per sposo Gesù Cristo. Appena seppe leggere, per prima cosa lesse la vita di S. Caterina da Siena, che scelse a protettrice e di cui cercò di imitare le virtù. Rosa si sentì spinta ad eleggerla sua maestra di vita spirituale, a vivere in continua unione con Dio. La sua alta spiritualità non fu capita dalla madre, Maria Oliva, la quale, ritenendo riprovevoli difetti le sue buone qualità, la percuoteva rabbiosamente; dai fratelli, i quali, invece di proteggerla, la chiamavano bacchettona e ipocrita; dai parenti, i quali, invece di ammirarla, deridevano. A differenza delle altre bambine, Rosa non amava le compagnie e il giuoco. Se ne stava ritirata nella capanna che suo fratello le aveva costruito nell'orto. Detestava le vanità e la menzogna. A 3 anni la mamma, chiudendo un forziere, le pestò inavvertitamente un pollice delle mani. Alla domanda del medico se la loro figlia avesse pianto, i genitori risposero mortificati: "Essa non si lagna, né piange mai: è una piccina strana".

Talora la mamma l'adornava come una sposa e le insegnava a danzare, ma Rosa restava immobile anche quando la mamma le gridava: "Danza, idiota! Muovi i passi, testa di mula!". Dagli insulti passava alle verghe, ma i risultati erano gli stessi. Il confessore più volte dovette intervenire per fare comprendere alla madre che Rosa era un'anima privilegiata e che doveva quindi seguire le mozioni dello Spirito Santo.
Allestì nella casa materna una sorta di ricovero per i bisognosi, dove prestava assistenza ai bambini ed agli anziani abbandonati. Cresciuta negli anni, cominciò a fare vita più ritirata.

Quando Rosa era invitata dalla madre a prendere parte a feste mondane o a gite con le amiche, internamente sentiva una voce che le proibiva di frequentare il mondo. Ripetutamente i genitori la percossero perché alle loro proposte di matrimonio rispondeva timidamente: "Non posso". Dio la voleva nel Terz'ordine Domenicano. Glielo fece capire durante una processione in onore di S. Caterina da Siena. I familiari non le si opposero perché sarebbe rimasta in casa ad aiutarli con i suoi lavori. La santa si fece costruire un eremitaggio lungo cinque piedi e largo quattro nel giardino.Vestì l'abito del Terz'ordine domenicano, a vent'anni.

Rosa era grandemente affezionata al santo rosario e ne propagava la devozione. Portava continuamente attorno al braccio una piccola corona. Con l'angelo custode ebbe frequenti rapporti visibili e amichevoli. Gli chiedeva consigli nelle difficoltà, gli affidava incarichi e da lui riceveva i necessari aiuti materiali. I demoni invece fremevano alla vista della vita santa che conduceva. Quasi di continuo la molestavano o la percuotevano violentemente per le numerose anime che sottraeva al loro dominio.
Possedeva il dono di scrutare i cuori e di prevedere il futuro. Le sue preferenze erano per i poveri ai quali trovava sempre il modo di donare qualcosa, i malati che andava a visitare negli ospedali o che otteneva di curare nel proprio romitorio. Dio ricompensò il suo ardente amore per il prossimo dandole anche il dono dei miracoli. In città non si parlava che delle prodigiose guarigioni da lei operate. Agli stessi suoi familiari moltiplicò il pane, il miele ed i soldi necessari per estinguere un debito. Anche per lei quindi valevano le parole dette dal Signore a S. Caterina da Siena: "Pensa a me ed io penserò a tè e ai tuoi cari".
Cresciuta negli anni, cominciò a fare vita più ritirata. Le interne desolazioni furono lo straziante martirio di tanti santi. Anche Rosa vi andò soggetta per quindici anni per circa un'ora al giorno. Dal 1609 si richiuse in una cella di appena due metri quadrati, costruita nel giardino della casa materna, dalla quale usciva solo per la funzione religiosa e dove ebbe visioni mistiche.

Nei momenti di distensione talora la santa afferrava un'arpa e, benché fosse ignara di musica, accompagnava con melodiosi accordi i canti che le sgorgavano dal petto affocato di amore. Negli ultimi mesi di vita il corpo di Rosa divenne il ricettacolo di mali misteriosi tanto che i medici si stupivano come facesse a vivere. Soltanto la lingua e la mente rimasero in salute. Morì, straziata dalle privazioni, il 24 agosto 1617 ripetendo tre volte "Gesù sii con me."
I funerali di Rosa furono un trionfo. Clemente IX la beatificò il 12-2-1668. Clemente X la canonizzò il 12-4-1671 e la proclamò protettrice dell'America Latina e delle isole Filippine. Le sue reliquie sono venerate a Lima nella chiesa di San Domenico.