katarinaSono Katarina, vengo dalla Croazia e ho trent’anni. Nella mia famiglia non mi è mai mancato nulla, anzi, direi che sono stata viziata. Mio papà, a causa del suo lavoro, è stato tanto assente ed io, essendo una bambina sensibile, ho patito molto la mancanza del suo amore e della sua attenzione. Il rapporto con mia mamma era difficile e mi ribellavo spesso davanti a ciò che voleva trasmettermi. Le incomprensioni tra di noi portavano tanti litigi. In famiglia mi sentivo sola e questo mi ha portato a chiudermi sempre di più. Mi mettevo sempre più “maschere”, ricercavo l’amore e l’approvazione degli altri nascondendo quello che ero realmente. Tutto questo aumentava il vuoto dentro di me e mi ha portato a perdermi in diversi vizi. Ho intrapreso una relazione con un ragazzo fragile come me, perdendomi così nel mondo delle droghe più pesanti. Sono passata da una visione “fiabesca” dell’amore ad una fatta di tossicità e dipendenza affettiva. Avevo perso completamente di vista il valore della mia vita

Ho conosciuto la Comunità perché il mio fidanzato è entrato, e così, senza pensarci bene, sono entrata anch’io, ma poco tempo dopo sono uscita. Fuori, da sola, sono caduta ancora più in basso, e toccare il fondo mi ha spinto a rientrare. All’inizio il Cenacolo sembrava un posto troppo scomodo, dove mi sembrava impossibile affrontare uno stile di vita completamente diverso dal mio. Grazie però alle ragazze che mi circondavano e alla responsabile presente in casa, sono riuscita ad andare avanti. L’abitudine che avevo di scappare da ogni sofferenza era difficile da combattere. La mia prima vittoria è stata quando, in un periodo dove vivevo tante difficoltà, al posto di “scappare” ho scelto di donarmi facendo l’“angelo custode” a una ragazza bisognosa. Pian piano ho scoperto che aprirmi davvero e raccontare i miei veri pensieri, dolori e povertà agli altri, era la chiave per conoscermi e capire chi ero realmente, anche se ne avevo paura.

Il momento in cui ho capito per la prima volta nella mia vita il valore della verità, è stato un incontro chiamato “giro compromessi”. Ho voluto condividere tutto quello che sino ad allora tenevo nascosto: piccoli e grandi atti vissuti contro la mia coscienza, trasgredendo di nascosto le regole comunitarie. In quella cappella della fraternità di Savigliano, davanti a tutte le ragazze in cammino con me, ho sperimentato due cose. Da una parte le paure: quella del giudizio, dell’umiliazione, di perdere la credibilità e la fiducia. Dall’altra parte, c’era un senso di libertà interiore che mai prima avevo sperimentato. Era la prima volta che dicevo la verità di me stessa fino in fondo. Le sorelle di cui temevo il giudizio sono state le prime che mi hanno accolto con cuore e amicizia, e ho sperimentato quanto è grande il dono della misericordia. Grazie alla sofferenza che portavo dentro è iniziata la mia vera conversione. Il Signore è diventato il centro della mia vita, e tutto quello che vivo, soffro e desidero passa attraverso di Lui.

Oggi vivo nella fraternità di Roma, dove mi trovo insieme ad altre ragazze e alle sorelle anziane del “Movimento Fac”, in una “famiglia” tanto particolare quanto bella: giovani e anziani che camminano insieme. Sto imparando che nel donarmi trovo molta più gioia che negli egoismi e piaceri del passato. Insieme a me cammina anche la mia famiglia attraverso il Gruppo Genitori, e stiamo lavorando insieme per perdonarci a vicenda e ricostruire i nostri rapporti. Sono grata per la loro volontà di cambiare. Oggi finalmente ringrazio per la mia vita e posso dire con il cuore che sono una persona felice